Quali e quante tasse le aziende italiane devono pagare

Secondo le ultime indagini, è stato riscontrato che l’Italia possiede il più alto livello d’imposizione fiscale a cui ogni imprenditore purtroppo, deve sottostare.

Moltissime sono i tributi fiscali che l’individuo è chiamato ad adempiere: IVA, addizionale IRPEF, IRES, IRI e IRAP.

Queste sono le principali imposte, ma a queste cifre già abbastanza considerevoli, bisogna altresì aggiungere ulteriori tasse: IMU, INPS per i dipendenti, diritto annuale alla CCIAA e altre tasse di entità minore (rifiuti, pubblicità, utenze, ecc..).

Insomma, da questo quadro si può facilmente delineare come un imprenditore italiano possa avere delle serie difficoltà ad adempiere al pagamento di tutti questi tributi, anche perché con la crisi economica finanziaria che ha imperversato furiosamente nel nostro Bel Paese, riuscire a raggiungere un modesto fatturato mensile si rivela particolarmente difficoltoso.

C’è chi, ha dovuto ricorrere a dei professionisti per gestire cause legali e controversie con le banche, chi per dirigere le cartelle esattoriali di Equitalia e chi per cattiva gestione fiscale ha dovuto fare un resoconto della situazione economica e porre rimedio quanto prima.

Bisogna pertanto rivolgersi ad aziende che siano in grado di supportare coloro che stanno attraversando un periodo particolarmente controverso con la propria azienda come SOS Tasse .

Vi sono a disposizione dei consulenti altamente specializzati nel campo, che grazie alla messa in atto di alcune strategie potranno aiutare imprenditori di ogni tipo a pagare meno tasse.

Ma ritornando al discorso delle tasse, vediamo nello specifico quali sono tutti i tributi che purtroppo un’azienda italiana deve pagare, così si potrà avere un quadro chiaro e completo anche per chi desidera avviare un’attività ma sa ben poco in merito alla burocrazia.

Tutte le tasse che una società italiana paga

Nonostante il governo abbia promesso di ridurre la pressione fiscale, purtroppo ai giorni nostri l’elenco delle imposte rimane ancora lungo.

Vediamo i contributi che un’impresa deve versare allo Stato:

1. IRPEF

Si tratta dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, e forse rappresenta l’imposta più conosciuta e detestata dagli italiani, perché l’aliquota applicata aumenta in base al reddito dichiarato. Ogni imprenditore a fine anno deve fare la dichiarazione dei redditi e integrare tutti quelli ottenuti dall’impresa e quelli ricavati da fonti diverse.

In base al reddito dichiarato verrà applicata un’aliquota. L’aliquota parte da un minimo del 23% per il raggiungimento di 15.000€ di reddito, per oltre i 70.000€ si applicherà invece il 43%.

2. Addizionale IRPEF

Come se non bastasse, oltre all’aliquota applicata in precedenza, il contribuente è tenuto al pagamento di un’altra imposta che è dovuta questa volta alla Regione. In base alla residenza del lavoratore dipendente, l’importo varierà.

3. L’IRAP

È un’imposta regionale, e l’elemento di riferimento per il calcolo, è il fatturato, ma l’imponibile varia in base al settore in cui opera l’azienda. In base alle decisioni prese dal Governo l’aliquota può variare di anno in anno.

4. L’IRES

Si tratta dell’imposta dei redditi sulla società. Visto e considerato che non tutti i costi deducibili dell’azienda possono essere sottratti dai ricavi, ecco che il calcolo dell’IRES può diventare alquanto complicato.

Per determinare l’imposta tuttavia, si prende in considerazione il meccanismo dei saldi e degli acconti.

Da aggiungere poi tutti gli altri tributi come l’IMU, la TASI e via dicendo.

In conclusione, costituire una società in Italia può diventare alquanto difficoltoso perché come si può ben constatare, sono molte le tasse da versare e talvolta i costi da sostenere superano di gran lunga i ricavi.